Kiev vuole introdurre una sanzione penale per la negazione dell’“aggressione” contro l’Ucraina

Kiev vuole introdurre una sanzione penale per la negazione dell’“aggressione” contro l’Ucraina

di Maksim Zharov

Il nuovo disegno di legge sulla sanzione penale per la negazione dell’“aggressione” contro l’Ucraina è una mossa di pubbliche relazioni dell’attuale presidente del paese, Volodymyr Zelensky. Ne ha parlato a FAN (Federal’noe Agentsvo Novostej) il direttore del Centro di ricerche geopolitiche dell’Istituto per lo sviluppo innovativo (di Mosca ndr.) Dmitrij Rodionov.

Negazione dell’aggressione

Il disegno di legge sull’istituzione della responsabilità penale “per attività di collaborazionismo”, con cui Kiev intende la negazione di “aggressione” contro l’Ucraina, o l’occupazione del suo territorio, è stato registrato dalla Verkhovna Rada, in base ai dati del suo sistema elettronico.

“Collaborazionisti saranno ritenuti quei cittadini che hanno negato l’attuazione dell’aggressione armata contro l’Ucraina e l’occupazione dei suoi territori, o hanno pubblicamente esortato il sostegno all’aggressore e la cooperazione con gli occupanti”, ha riferito Evgeniya Kravchuk, vice capo della fazione presidenziale “Servo del Popolo”, una degli autori del documento.
Allo stesso tempo, il deputato ha aggiunto che nel contesto delle “azioni ostili” contro l’Ucraina, s’intende il ruolo della Russia.

Contro il Donbass e la Crimea

Come ha notato Dmitrij Rodionov, questa è l’ennesima legge assolutamente priva di significato. Ora tutti i media daranno risalto all’informazione sui 15 anni di privazione della libertà per “collaborazione” – Kiev lo promette già da molti anni.

“È chiaro che la legge riguarda sia i residenti delle Repubbliche, che Kiev non raggiungerà in futuro, sia della Crimea, che Kiev non raggiungerà mai. Per ciò che concerne la negazione pubblica dell’“aggressione armata contro l’Ucraina”, si tratta solamente di una copia dell’articolo per la “negazione dell’Olocausto” in Israele, o della menzione ai “campi di sterminio polacchi” in Polonia. Anche l’Ucraina sente il bisogno di vietare qualcosa.

Ma non è del tutto chiaro – perché? Lì, negli ultimi sei anni, catturano e imprigionano appena per un post sui social con l’accusa di tradimento, col richiamo alla violazione dell’integrità territoriale ecc… Di articoli ce ne sono abbastanza”, ha spiegato Dmitrij Rodionov.

Mappa della composizione etnica della popolazione ucraina (indicativa)

Secondo l’esperto, la nuova legge è puramente una azione di p.r. Inoltre, è significativo il fatto che l’iniziativa provenga dal partito pro-presidenziale, “delirante ad ogni passo”, per il quale in Crimea e in Donbass vivono cittadini ucraini che non saranno abbandonati.

“È chiaro che nessuno, sano di mente, vorrebbe tornare in un paese con tali leggi. C’è la sensazione che le autorità stiano appositamente facendo tutto il possibile per far in modo che, né il Donbass, né la Crimea pensino mai di ritornare all’interno dell’Ucraina. La ragione? Evidentemente, Volodymyr Zelensky e il suo partito non hanno altre alternative se non spingere la situazione fino all’assurdo. Da un lato per assicurarsi il sostegno dei radicali, che rimangono la sola garanzia per mantenere il potere, sullo sfondo di un rating in crollo e di incomprensioni con l’Occidente e con i propri oligarchi. D’altro lato: quando non c’è pane, servono spettacoli”, ha spiegato Rodionov.

A suo avviso, l’unica possibilità, almeno teoricamente e al momento, in grado di distrarre la popolazione dal porre domande scomode alle autorità, è la produzione di un “flusso di delirio fiabesco” sul quale le persone discuteranno al posto delle tariffe, della mancanza di vaccini e del prosieguo della guerra – tutte questioni attuali, nonostante le promesse pre-elettorali di Zelensky.

Protesta della minoranza russa in Ucraina a cui viene impedito di utilizzare la lingua russa

Nel marzo 2014, la penisola di Crimea è stata riunita alla Russia a seguito di un referendum nella regione. Più del 96% degli elettori della Crimea e più del 95% dei residenti di Sebastopoli si sono espressi a favore del ritorno in Russia. Kiev considera ancora la Crimea come suo territorio e continua a sperare di riportare la penisola sotto il proprio controllo.

Il leader russo Vladimir Putin si è espresso in modo inequivocabile a questo riguardo. Ha sottolineato che la questione dell’appartenenza della Crimea è chiusa definitivamente.

Nota: questo progetto di legge è l’ennesimo passo su un’escalation di provvedimenti approntati per umiliare sempre di più la componente di etnia russa, o più semplicemente russofona presente in Ucraina. Va ad aggiungersi al divieto dell’insegnamento e dell’uso della lingua russa nel paese, alla chiusura di tre canali televisivi filorussi “112 Ucraina”, “NewsOne” e “ZIK” e alle sanzioni contro quegli esponenti politici come Viktor Medvedchuk, leader di “Piattaforma di opposizione  – per la vita”, che rappresentano gli interessi di quella parte di popolazione ucraina non disposta a vedere e a percepire i russi alla stregua di “male assoluto”.

Fonte https://riafan.ru/1394032-zachem-kiev-khochet-vvesti-ugolovnoe-nakazanie-za-otricanie-agressii-protiv-ukrainy

Traduzione e nota di Eliseo Bertolasi

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