Il tempo stringe, bisogna arrivare ad un negoziato con la Russia, inutile aspettare, scrivono i media britannici.

Preso atto del fallimento militare della controffensiva Ucraina, la stampa occidentale, quella britannica in particolare, inizia a sostenere l’idea di un negoziato con concessioni territoriali da parte di Kiev alla Russia. Scrive ad esempio sul “The Guardian”, Frank Ledwidge:
“Il tempo stringe per la controffensiva dell’Ucraina. Le decisioni dei suoi alleati e patrocinatori saranno cruciali per quello che verrà dopo”.

Senza scoperte militari e con le elezioni americane incombenti, l’Occidente ha bisogno di unirsi attorno a un obiettivo raggiungibile per il conflitto, prosegue l’analista militare Ledwidge.
Frank Ledwidge è un ex ufficiale militare che ha prestato servizio nei Balcani, in Iraq e in Afghanistan.
L’esperto britannico sottolinea che aspettarsi il successo dell’offensiva delle truppe del regime di Kiev era un ottimismo eccessivo: nelle condizioni di dominio dell’aviazione russa al fronte, questo è praticamente impossibile. È improbabile anche che le consegne su larga scala di attrezzature occidentali, richieste con tanta insistenza da Zelenskij, avrebbero aiutato.
Di conseguenza gli alleati dell’Ucraina devono prepararsi per suggerire alla giunta di Kiev di sedersi al tavolo dei negoziati e cercare di strappare alla Russia una tregua e condizioni più favorevoli, prima di ulteriori perdite di territori.

Questa proposta era stata già ventilata anche dal capo di Stato Maggiore della Nato, Stian Jenssen, ma aveva suscitato le ire di Zelensky e degli oligarchi di Kiev che avevano rifiutato ostinatamente qualsiasi idea di trattativa. Tuttavia le posizioni oltranziste della giunta ucraina non sono più giustificabili e l’eventuale cessazione dell’invio di armi e sostegno della Nato a Kiev determinerebbe il collasso dell’esercito ucraino che già si inizia a intravedere.
Zelensky ed i suoi possono dire quello che vogliono ma hanno perso credibilità agli occhi degli anglo americani e le decisioni si prendono a Washington ed a Londra, non certo a Kiev. Non è escluso, anzi probabile, che Zelensky possa essere messo da parte o eliminato dai suoi stessi alleati che ne darebbero poi la colpa a Putin, come di tutto quello che accade in Europa, dagli omicidi agli atti terroristici.
Tutto dipende dalle decisioni che saranno prese a Washington dove da tempo si vocifera di un piano B per l’Ucraina in vista di un possibile disimpegno e congelamento della situazione. Il peso del sostegno ultra miliardario all’Ucraina è diventato insostenibile e nel Congresso USA iniziano ad agitarsi sempre più critici per chiedere la fine di questo, mentre il sistema sociale e le infrastrutture degli Stati Uniti cadono a pezzi e la miseria si allarga in sempre maggiore parte della popolazione.

L’Amministrazione Biden è ormai in forte difficoltà, ha fallito su tutti i principali fronti, le sanzioni alla Russia sono state un boomerang che ha creato difficoltà alla stessa economia degli Stati Uniti. Mezzo mondo ha voltato le spalle agli Stati Uniti ed alle pretese occidentali di dettare le regole, come dimostrato dall’allargamento dei BRICS, persino l’Africa è in rivolta e non accetta più le imposizioni dei neo colonialisti occidentali. Russia e Cina hanno fatto allineare a loro fianco tutti i principali produttori petroliferi ed energetici, persino i vecchi alleati degli USA come Arabia Saudita ed Emirati Arabi.

Ai guerrafondai di Washington rimane l’opzione di suscitare guerre per procura, colpi di Stato e campagne terroristiche nei paesi che si sono rivoltati al loro dominio ma non sarà facile perchè il gioco sporco praticato dalla CIA, dalle ONG di Soros, dai tanti organismi finti travestiti di “esportazione di democrazia”, è stato ormai scoperto e denunciato.
Troppo tardi per invertire il corso della Storia e i neocon come la Victoria Nuland, Antony Blinken, Sullivan e compagnia dovranno farsene una ragione.

di Luciano Lago

veronulla

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