Il linguaggio duro della diplomazia russa lascia poco spazio alle possibilità di intesa fra la Russia e il blocco NATO

Il linguaggio duro della diplomazia russa lascia poco spazio alle possibilità di intesa fra la Russia e il blocco NATO

di Luciano Lago

Molta gente si è meravigliata della dura risposta data dal cancelliere russo Sergey Lavrov alla NATO, relativamente al problema delle linee rosse della Russia da non travalicare che saranno definite secondo il criterio di Mosca..
La risposta della NATO, come sempre avviene, è stata fornita con la prepotenza, nel percepire l’avvertimento della Russia come inadeguato ed inaccettabile, una risposta di un mese fa circa, ove la NATO ha avvertito Mosca di abbandonare l’idea delle linee rosse stabilite secondo il criterio di Mosca. Le parole di Stoltenberg sono percepite come un rifiuto di regole chiare che definiscano le ragioni di una possibile guerra tra Russia e Nato.
Per il livello di tensioni, sembrava da poco che le relazioni fra Russia e il blocco occidentale fossero arrivate al livello più basso e che si fossero rotti tutti i ponti diplomatici, ovvero la sensazione di essere a un passo dalla guerra, quando si descrive la Russia come la massima minaccia alla loro sicurezza.
Stoltemberg sostiene che sarebbe la Russia che rifiuta di parlare, ma è arrivata la immediata risposta della portavoce del ministero delle relazioni estere, Maria Zakarova, la quale ha dichiarato:
“tutte le nostre proposte sono sul tavolo di Stoltenberg, lui deve solo cercare fra le carte, trovarle………..e cessare di diffondere informazioni false, visto che è stato l’occidente che ha definito la Russia una minaccia principale per l’Europa, rifiutando qualsiasi negoziato e tagliando le comunicazioni”.

Le cose sono ormai precipitate al livello ancora più basso che nella guerra fredda, osservando la durezza con cui ha risposto il ministro Lavrov, solitamente moderato, a quella che in pratica è una simil dichiarazone di guerra degli USA e si sta arrivando ad un livello sempre più pericoloso.
“Se gli USA non sono pronti a parlare con la Russia, questa è una loro scelta e significherà in questo caso vivere nella condizione di tornare nella guerra fredda e anche peggio….la Russia reagirà in forma dura a qualsiasi tentativo degli USA di attraversare le sue linee rosse” e, secondo Lavrov, “fra Russia e USA non si potranno migliorare le relazioni bilaterali se Washington non smetterà di operare come un sovrano, essendo consapevole della inutilità di ricreare il mondo unipolare e abbandonerà il tentativo di creare una costruzione dove tutti siano soggetti ai paesi occidentali e tenterà di reclutare qualsiasi paese in ogni continente per coalizzarli contro Cina e Russia, sotto le sue bandiere. Tanto più si potrà convivere se il paese USA adempierà ai suoi obblighi, secondo il diritto internazionale e la carta dell’ONU, e accetterà di dialogare con qualsiasi altro paese nel rispetto mutuo”..

Reparti russi

Si comprende cosa ha fatto saltare la pazienza a Putin e ha dato luogo alla risposta, ratificata dalla cancelleria russa, queste sono state le dichiarazioni di Stoltenberg (segretario NATO) il quale ha commentato sulle minacce della Russia, in allusione agli attacchi cibernetici, dichiarando che “mai faremo capire al nostro avversario di essere in grado di sapere esattamente quando utilizzeremo l’art. 5 della NATO, che prevede la risposta collettiva nella difesa a una minaccia ma lasciamo in chiaro che utilizzeremo questo articolo quando lo considereremo necessario e inotre lo utilizzeremo quando vediamo un aggressore con altri mezzi che non siamo quelli militari convenzionali..”; ha detto Stoltenberg.
In sostanza ha esagerato l’importanza dei mezzi di minaccia cibnernetici ma alla fine, come ricordano gli esperti, questa non è la prima volta che la NATO risponde in modo inadeguato a quelle che considerano minacce, ma l’art. 5 può essere una dichiarazione di guerra che la Nato considera solo unidirezionale , senza valutare che anche altri stati possono considerare nello stesso modo, visto che gli USA hanno promesso di attuare un attacco cibernetico annunziato contro la Russia in risposta ad una presunta operazione di spionaggio, con l’obiettivo di recare danno.
Questo potrebbe interpretarsi come un atto di guerra, come hanno spiegato gli esperti.

Il problema tuttavia è quello che non sono soltanto le minacce cibernetiche, Stoltenberg, con queste parole retoriche, erode qualsiasi certezza e prevedibilità della questione di quale sia il casus belli e, in altre parole, quali azioni saranno considerate come una dichiarazione di guerra….una difficile interpretazione dell’art. 5 che implica anche consultazioni, e questo aumenta il rischio di un conflitto nucleare.
Le relazioni oggi, in assenza di dialogo fra i due blocchi, sono regolate sulla base di una interpretazione delle linee rosse informali anche nello spazio post sovietico Si dice nei documenti che i paesi dell’ex blocco sovietico non entrano nella NATO, ma adesso avviene al contrario che in ogni momento i vertici della NATO dicono che le porte sono aperte a questi paesi e, se questo accade, tale fattore può implicare i passi della Russia verso una guerra. Se questi stati verranno inclusi nell’alleanza, la reazione della Russia sarà molto dura. Tale inclusione potrà scatenare un conflitto tra la Nato e la Russia, contro l’Ucraina o la Georgia o altri paesi che la Nato già considera territori propri…
Mosca potrebbe comportarsi come avvenne con la Georgia nel 2008 e, se in passato l’occidente era rimasto passivo, questa volta potrebbe essere diverso. Stoltenberg fa capire che l’atteggiamento della Nato è cambiato e.. Il proposito non è la guerra ma l’intimidazione della guerra.
Una volta di più non si tratta soltanto di cibernetica ma di una possibile guerra con mezzi militari convenzionali o nucleari.

Missili russi Iskander posizionati in Crimea

Gli USA vogliono infliggere una sconfitta alla Russia ma non possono muovere guerra direttamente poichè questo potrebbe portare ad una distruzione mutua, di conseguenza l’obiettivo di Washington è quello di creare una situazione di sconfitta per la Russia per ottenere una destabilizzazione interna e limitare le azioni della Russia nelle zone di influenza. Una strategia che potrebbe divenire molto pericolosa e avviare la corsa verso una catastrofe nucleare. Si gioca con il fuoco.

veronulla

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