I certificati di morte delle vittime dell’Olocausto
Ci avete segnalato un’immagine che sta circolando da diversi anni, già trattata da colleghi fact-checker sia italiani che stranieri. Immagine che però ogni volta che riprende a circolare fa nascere nuovi dubbi – o vecchi dubbi in nuove persone.
Grazie all’IA abbiamo tradotto quanto riportato senza troppa fatica:
Certificato di decessi di detenuti degli ex campi di concentramento tedeschi presso l’Ufficio di stato civile speciale Arolsen
Campo fino al 31.12.1982 dal 01.01.1983 al 31.12.1983 totale fino al 31.12.1983 Auschwitz 53,606 27 53,633 Bergen-Belsen 6,851 – 6,851 Buchenwald 20,671 – 20,671 Dachau 18,255 – 18,255 Flossenbürg 18,330 – 18,330 Groß Rosen 6,861 – 6,861 Lublino 16,055 426 16,481 Mauthausen 8,793 – 8,793 Mittelbau 7,463 – 7,463 Natzweiler 4,431 – 4,431 Neuengamme 5,706 – 5,706 Ravensbrück 2,128 – 2,128 Sachsenhausen 5,137 – 5,137 Stutthof 11,237 65 11,302 Theresienstadt 29,580 344 29,924 Varie 4,643 1 4,644 | Totale | 280,212 | 1,855 | 282,077 |
Numero di schede nell’archivio principale dell’Ufficio di stato civile speciale dei decessi registrati fino al 31.12.1983
373,468
(inclusi appunti per dichiarazioni di morte e richieste dai tribunali distrettuali riguardanti certificati di morte e varie lettere da parte dei familiari, ecc.)
I numeri di registrazione dell’Ufficio di stato civile speciale non consentono di trarre conclusioni sul numero effettivo di morti nei campi di concentramento.
Arolsen, 16.01.1984
Il documento non è un falso, ma le cifre che vi sono indicate non rappresentano in alcuna maniera i morti nei campi di concentramento. Lo spiega il documento stesso, nell’ultima frase che vi abbiamo tradotto.
Il documento proviene dal “Sonderstandesamt Arolsen” (Ufficio di Stato Civile Speciale di Arolsen), un ente legittimo responsabile della registrazione dei decessi nei campi di concentramento. I numeri forniti sono in linea con altri registri, ma sono inferiori alle stime totali fornite dagli storici per ciascun campo. Ad esempio, le stime per Auschwitz da sole arrivano fino a 1,1 milioni di vittime. In pratica si tratta di un documento che riporta i decessi dei quali, nei campi di concentramento stessi, c’è stato un qualche tipo di registrazione, ma il numero dei certificati di morte rappresenta solo una frazione del totale delle vittime per vari motivi.
Come spiegato su FullFact, che ha fatto una verifica esaustiva del documento:
Questi certificati di morte possono essere rilasciati solo quando esiste una documentazione che dettaglia come sono morte le singole vittime. Questo è raramente disponibile per una serie di motivi.
In primo luogo, i registri non venivano necessariamente tenuti per ciascun prigioniero. Il CICR ci ha detto: “Coloro che furono mandati direttamente a morire nei campi di concentramento non furono affatto registrati”.
Inoltre i campi non furono l’unico luogo di sterminio di massa nazista durante la guerra. Molti furono uccisi dalle SS mobili naziste e dalle unità di polizia.
In secondo luogo, dove inizialmente venivano conservati i registri del campo, gran parte fu distrutta nel periodo precedente la liberazione alla fine della guerra, per nascondere le prove dei crimini commessi.
Laddove esistono ancora documenti, i certificati di morte rilasciati dall’Ufficio speciale del registro si riferiscono solo a un numero limitato di campi. Il documento del 1979 elenca 13 campi. L’ITS ci ha detto che c’erano “ben più di 1.200” luoghi di prigionia e omicidio in tutta l’Europa nazista.
Per queste e altre ragioni, il numero dei certificati di morte emessi non assomiglia in alcun modo al numero totale delle persone uccise durante l’Olocausto.
Quindi si tratta di un documento vero che però non riporta la situazione completa, bensì solo una piccola parte dei decessi, quelli documentati in maniera ufficiale e di cui si è tenuta traccia. Sfruttare questo documento per negare l’Olocausto è criminale. Mentre abbandonavano i campi, i nazisti hanno cercato maldestramente di cancellare le testimonianze di quello che vi era stato fatto all’interno (a Birkenau – Auschwitz II, ad esempio, i forni nei quali venivano bruciati i corpi sono stati smantellati o distrutti), non ci si può davvero aspettare che abbiano lasciato a disposizione documenti che attestassero nel dettaglio i crimini commessi, se anche fossero esistiti per ogni individuo che ha messo piede nei campi.
Sia chiaro, quando si parla di sei milioni di ebrei morti non si sta citando un numero preciso, si tratta di una stima che si basa principalmente su due fattori: sui registri delle deportazioni e sugli studi demografici che hanno fatto confronti pre- e post-guerra per mostrare il calo della popolazione ebraica.
Per chi volesse approfondire:
maicolengel at butac punto it
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