Di Bella, gli effetti avversi e altre amenità
A volte mi domando se, per chi ci legge, sia evidente il perché preferiamo trattare argomenti meno mainstream e notizie che altri colleghi spesso evitano e preferiamo concentraci, quando possibile, su segnalazioni che sembrano minori, ma a nostro avviso non lo sono.
Oggi parliamo, per l’ennesima volta, di Radio Radio e del dottor Giuseppe di Bella, figlio del già noto Luigi, classe 1941, con specializzazione in otorinolaringoiatra e malattie della bocca, intervistato da Valeria Biotti, giornalista e conduttrice radiofonica, oltre che sociologa che si occupa di Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e di Diritti dei Minori presso l’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare.
Il video che ci avete segnalato s’intitola:
POSSIBILI EFFETTI AVVERSI: COME PREVENIRLI E COSA FARE SE ARRIVANO ▷ I CONSIGLI DEL DOTT. DI BELLA
La prima cosa che vorremmo evidenziare è che il dottor Di Bella non ha alcuna specializzazione nel tema di cui viene invitato a parlare, per cui non capiamo perché venga invitato e perché lo si lasci parlare a ruota libera di una materia che non è la sua. Un po’ come se invitassero il professor Burioni e gli chiedessero di parlare di cisti ovariche, non sono la sua materia, perché dovrebbe parlarne?
L’altra cosa che va evidenziata è che Di Bella viene invitato per pubblicizzare il proprio libro, dal titolo:
Prevenzione antinfettiva e oncologica secondo la medicina basata sull’evidenza, per superare la medicina al contrario imposta dall’elite globalista
Libro che viene edito da Macro e che, guarda caso, viene venduto tra le altre cose sul sito di Radio Radio. Perché uno scienziato, se ha cose da dire che abbiano una qualche valenza scientifica, scrive un libro invece che pubblicare studi che avallino quanto sostiene? Come sempre, se uno scienziato ha cose da dire diverse da quelle sostenute dalla comunità scientifica, invece che pubblicare libri dovrebbe smentire dal punto di vista tecnico, ovvero con studi, quanto sostenuto dai suoi colleghi. Quando si cerca la strada facile del libro, senza alcuna revisione dei pari, si sta andando a caccia d’altro, sicuramente non della corretta informazione scientifica.
L’intervista comincia con Biotti che racconta:
…Io posso portarle l’esperienza di un’amica che non sapeva di avere per esempio la sclerosi multipla e quando invece le è diventata palese I medici hanno detto probabilmente è stata risvegliata dal vaccino…
E partiamo malissimo: quali medici avrebbero detto che sarebbe stata “risvegliata dal vaccino”? Probabilmente gli stessi che usano, impropriamente, il termine siero genico (vedi poco più sotto). Non esiste una prova che i vaccini anti-Covid possano risvegliare la sclerosi multipla, oltretutto visto che sono stati fatti da una percentuale importante della popolazione globale si noterebbe subito un aumento delle diagnosi di sclerosi nel mondo, cosa che invece non avviene. Chi si occupa di informazione sui media non può e non deve raccontare aneddoti in questa maniera, col rischio di spaventare inutilmente chi ascolta. Se poi è un dipendente pubblico, pagato anche con le tasse di tutti noi per lavorare per la Protezione Civile, ha una responsabilità in quanto afferma ancora maggiore.
Ma passiamo oltre, senza entrare nel dettaglio di ogni singola affermazione del dottor Di Bella vorremmo però evidenziare il quantitativo di gibberish scientifico che viene proposto, perché in poco più di nove minuti sono tanti i termini utilizzati in modo impreciso o confuso. Ci limitiamo ad analizzare quelli principali.
Allora, loro hanno fatto quello che chiamano vaccino, in pratica un siero genico, inserendo una sostanza senza detossificarla, come invece succede in quelli che sono i classici vaccini.
Imprecisione: Il termine “siero genico” non è scientificamente corretto. I vaccini mRNA non sono sieri genici, sono formulazioni che utilizzano mRNA per stimolare una risposta immunitaria. Inoltre usare il termine “detossificazione” è sbagliato per descrivere il processo di sviluppo dei vaccini: i vaccini non richiedono detossificazione perché non contengono tossine. La proteina spike non è tossica in sé nel contesto della vaccinazione.
La proteina Spike non ha fatto questo trattamento. Anzi, l’hanno inserita in una nanoemulsione lipidica che ne prolunga enormemente l’emivita perché è difficile che sia metabolizzata.
La proteina spike come dicevamo sopra non è tossica quindi non richiede alcuna “detossificazione”. Detto ciò ripetiamo per l’ennesima volta che i vaccini mRNA non contengono direttamente la proteina spike, contengono invece le istruzioni (mRNA) che dicono alle nostre cellule come produrre la proteina spike. Queste istruzioni sono avvolte in piccole bolle di grasso chiamate nanoparticelle lipidiche, che aiutano a portare l’mRNA dentro le cellule. Le nanoparticelle lipidiche proteggono l’mRNA fino a quando le cellule non lo usano per fare la proteina spike che, una volta prodotta, non rimane a lungo nel corpo; il sistema immunitario la elimina normalmente insieme a tutte le altre sostanze di scarto. Sostenere che la proteina spike sia stata inserita in una “nanoemulsione lipidica che ne prolunga enormemente l’emivita” è una bugia.
All’interno della cellula, questa viene avvolta come se fosse messa in una bolla, si chiamano endosomi, e poi il nostro organismo la esporta. Queste cellule esportano gli esosomi, cosa vuol dire? Che va in giro in tutto l’organismo, supera la barriera ematoencefalica…
A parte che l’mRNA dei vaccini non viene “avvolto” in endosomi nel modo descritto. Ma non ci sono nemmeno prove che la proteina spike si distribuisca ampiamente nel corpo o che superi la barriera ematoencefalica in quantità significative. Perché sostenerlo senza aver prodotto studi che lo dimostrino? Uno scienziato dovrebbe spiegare che si tratta delle sue personali tesi e che, se non vengono prima dimostrate, non hanno alcun valore.
A livello del DNA si sta evidenziando, in maniera anche certa, che quando la spike va a contatto all’interno della cellula, il DNA, interferisce su delle strutture che hanno un ruolo fondamentale, che sono i microRNA.
L’abbiamo già detto in passato, portando come sempre fonti scientifiche a sostegno: l’mRNA dei vaccini non interagisce con il DNA. Non ci sono prove che la proteina spike interferisca con i microRNA.
Purtroppo tutta l’intervista fa un uso impreciso e confuso di termini scientifici, e questo, come dicevamo all’inizio, può contribuire in maniera determinante alla disinformazione. Per poter ottenere informazioni affidabili è essenziale basarsi su fonti scientifiche verificate e autorevoli nel campo, un esperto di otorinolaringoiatria non lo è. Sarà un bravissimo medico nella sua materia, ma nell’intervista ha dimostrato di non esserlo sui vaccini a mRNA e il loro funzionamento. Perché allora dare spazio a lui, e non a chi ha studiato la materia e pubblicato studi revisionati sul tema?
maicolengel at butac punto it (con l’aiuto del dottor Arina e le trascrizioni di ChatGPT)
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