DdL Sicurezza, anche per l’ONU viola i Diritti umani
Sono 6 gli esperti dell’ONU sui diritti umani che hanno sollevato perplessità sui contenuti del Disegno di Legge Sicurezza, in una lettera inviata a metà dicembre al Governo italiano. Il documento (che potete scaricare qui) presenta le preoccupazioni dei Relatori Speciali delle Nazioni Unite in merito al disegno di legge n. 1660, introdotto dal governo italiano, che propone modifiche in materia di sicurezza pubblica, contrasto al terrorismo e gestione del sistema penitenziario.
A firmarlo sono Gina Romero, Relatrice Speciale sui diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione, Irene Khan, Relatrice Speciale sulla promozione e protezione del diritto alla libertà di opinione e di espressione, Mary Lawlor, Relatrice Speciale sulla situazione dei difensori dei diritti umani, Gehad Madi, Relatore Speciale sui diritti umani dei migranti, K.P. Ashwini, Relatore Speciale sulle forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza connessa e infine Ben Saul, Relatore Speciale sulla promozione e protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella lotta al terrorismo.
Secondo gli esperti dell’Alto Commissariato per i diritti umani dell’ONU il DDL Sicurezza potrebbe violare diversi obblighi internazionali dell’Italia in tema di diritti umani, come garantiti dal Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (ICCPR) e dalla Convenzione di Aarhus.
In particolare, le modifiche sollevano dubbi sul rispetto dei diritti fondamentali quali libertà di espressione, riunione pacifica e associazione, nonchè sull’impatto sproporzionato su gruppi emarginati. Alcuni articoli del disegno di legge, ad esempio, ampliano le pene per atti legati a manifestazioni pacifiche e introducono norme che potrebbero criminalizzare attività di ricerca, giornalismo o attivismo. Inoltre, la possibilità di revocare la cittadinanza a persone giudicate idonee a ottenere un’altra nazionalità rischia di creare situazioni di apolidia, contravvenendo agli obblighi internazionali.
Il documento inviato all’Italia sottolinea inoltre come le nuove norme sulla gestione delle proteste e l’aumento delle pene previste per reati collegati al dissenso pubblico potrebbero limitare gravemente lo spazio civico e le attività dei difensori dei diritti umani e come alcune disposizioni sembrano essere contrarie anche a disposizioni della Costituzione Italiana.
I Relatori Speciali invitano il governo a rivedere il disegno di legge per garantirne la conformità con gli standard internazionali e a consultare ampiamente la società civile prima della sua adozione.
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