Coltivazione cannabis: oggi il voto sugli emendamenti

Coltivazione cannabis: oggi il voto sugli emendamenti
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Questo pomeriggio è convocata la Commissione Giustizia della Camera con all’ordine del giorno la discussione degli oltre 200 emendamenti, presentati al testo unificato delle proposte degli On. Magi, Licatini (e Molinari che poi è stata sfilata) sulla coltivazione e sui fatti di lieve entità. Un passaggio importante, ma non certo decisivo, come tenterò di spiegare qui sotto.

Cosa prevede il testo in discussione

Il testo sostanzialmente interviene in 4 direzioni. Con l’articolo 1 viene definita la liceità della coltivazione di 4 piante femmine di cannabis per i cittadini maggiorenni e della detenzione di quanto prodotto. Con l’articolo 2 si interviene sull’art. 73: viene stralciato il comma 5 relativo ai fatti di lieve entità, che diventa reato autonomo con il 73 bis che vedremo fra poco, e quindi vengono modificate alcune previsioni di pena, in particolare viene innalzata la pena massima per le sostanze in tabella II (cannabis), passa da 6 a 10 anni, ma vengono tolte, probabilmente per un errore “tecnico”, sia le pene pecuniarie che le pene per le sostanze della tabella IV (benzodiazepine). L’art. 3 invece definisce il “nuovo” reato di lieve entità, distinguendo fra le sostanze e diminuendo le pene, che passano da quelle oggi previste (da 2 a 4 anni per tutte le sostanze) ad un massimo di 2 anni per le tabelle I e III e fino ad un anno per la II (e la IV). L’art. 4 aumenta poi le pene per i reati associativi legati alle droghe, mentre l’art. 5 rimuove le sanzioni amministrative per le condotte legate al consumo personale delle sostanze in tabella II (e IV).

I punti problematici

Ci sono alcuni punti problematici legati al fatto che il testo base nasce come unione non solo dei testi Magi e Licatini, ma anche di quello dell’Onorevole leghista Molinari. Successivamenti la Lega ha chiesto di dissociare la proposta Molinari, ma sono rimaste alcune previsioni che facevano l’occhiolino alle istanze leghiste. In particolare l’assurdo aumento delle pene, sia per le sostanze in tabella II che per i reati associativi, come se le carceri non fossero già stracolme di condannati per droghe. Questi rappresentano il 35% dei detenuti totali, val la pena di ricordarlo. Poi sembra molto pericolosa anche la previsione di esclusione dall’applicazione della lieve entità nei casi in cui la cessione di droga avvenga verso un minore. Detto che esiste già un’aggravante specifica all’art. 80, che basterebbe estendere anche al nuovo art. 73 bis, la norma così scritta rischia di far giudicare con pene molto severe condotte commesse fra minorenni, o come spesso succede fra un appena maggiorenne e i suoi coetanei un poco più giovani. Un salto dettato dalla norma che portebbe a condanne draconiane per fatti che rimarrebbero di lieve entità, ma che per il solo fatto di coinvolgere minorenni obbligherebbero ad applicare l’art. 73 con pene minime di 2 e 6 anni a seconda delle sostanze oggetto del reato. C’è infine un problema tecnico segnalato dal Ministero della Giustizia nel suo parere: i minorenni che coltivano le 4 piani sarebbe esclusi dalla depenalizzazione, con l’assurda di colpire penalmente i minori e non i maggiorenni per condotte che rimangono legate all’uso personale. Un problema facilmente risolvibile con l’esclusione dei minori per questa specifica fattispecie dalle norme del 73, rimandandoli eventualmente all’applicazione delle norme sull’invio ai servizi di cura prevista dall’art. 75.

Gli emendamenti

Sono oltre 200 gli emendamenti, che potete trovare nel fascicolo qui allegato. Alcuni cercano di introdurre parti della proposta di legge dell’intergruppo per la cannabis legale della scorsa legislatura, altri risolvono alcuni dei problemi illustrati qui sopra. Tutti possono essere facilmente discussi in poche ore, facendo quindi continuare l’iter parlamentare della proposta di legge.

Le possibilità concrete

Ci sono i numeri perchè il testo, una volta conclusa la fase degli emendamenti, passi dalla commissione all’aula di Montecitorio. Anche la discussione e il voto in aula alla Camera potrebbero avere un esito positivo, a giudicare dalle prese di posizione più o meno sfumate delle forze politiche. Ci sono però due nodi piuttosto complicati: il primo legato ai tempi, il secondo rispetto all’iter al Senato. Se infatti la legge non uscisse entro la primavera dalla Camera dei Deputati per passare al vaglio del Senato, difficilmente ci sarà il tempo per discuterla e votarla prima della sessione di bilancio, che di fatto chiuderà la legislatura. Le camere infatti saranno sciolte a inizio gennaio. Poi resta lo scoglio più difficile: la discussione ed il voto al Senato. Difficile anche per il fatto che a capo della commissione competente c’è il senatore leghista Ostellari. In occasione della definizione del testo base alla Camera aveva dichiarato all’AGI: “quando si parla di droga, non esistono fatti di lieve entità. Esistono vite bruciate e famiglie distrutte. La soluzione al problema non è la depenalizzazione, ma l’incremento delle pene, anche nei confronti dei piccoli spacciatori“. Una posizione che non lascia presagire un percorso facilitato. Percorso che dovrà poi superare lo scoglio, ben più duro, del voto. I rapporti di forze sono piuttosto diversi al Senato, come ha dimostrato la triste fine del DDL Zan, e quindi nulla è scontato, anzi.

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