Anche il Consiglio d’Europa contro il DDL sicurezza

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“Con rispetto, invitiamo i membri del Senato a non adottare il disegno di legge”. Con queste parole drammatiche il Consiglio d’Europa interviene, a gamba tesa, nel dibattito parlamentare sull’approvazione del DDL “Paura”, come lo ha ribattezzato la mobilitazione in corso nel Paese contro la svolta autoritaria del Governo Meloni.  È una notizia importante, che segnala la gravità dell’attacco portato avanti dall’Esecutivo allo Stato di Diritto. La posizione espressa dal Commissario per i Diritti Umani del Consiglio D’Europa, Michael O’Flaherty mette in evidenza i rischi che il Paese sta correndo e crea un vero proprio “caso italiano” in Europa.

Secondo il Commissario, infatti, le disposizioni previste nel DDL n.1236 si pongono in aperto contrasto con i principi della CEDU, operando un gravissimo attacco ai pilastri fondamentali di una società democratica: le libertà di manifestazione e di dissenso. Forti preoccupazioni sono espresse per la criminalizzazione di pratiche tradizionali delle lotte sociali, come il “blocco stradale” (art.14), e per l’introduzione di nuovi reati che – ad avviso del rappresentante per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa – sono creati ad hoc per colpire gli attivisti climatici (art.24). Norme contro la libertà di protesta che hanno un “ effetto deterrente sull’esercizio legittimo delle libertà pubbliche ” e che, quando adottate in altri Paesi (come la Turchia), sono state prontamente ritenute illegittime dalla giurisprudenza della Corte EDU. Un durissimo attacco arriva anche sulla possibile introduzione dei reati di “rivolta” nelle carceri e nei CPR (artt.26 e 27). In questo caso, il Consiglio d’Europa si trova costretto a dover spiegare all’Italia che le persone detenute mantengono intatto il proprio diritto alla libertà di espressione e di “resistenza passiva”, specificando come il Comitato europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT) abbia più volte ritenuto non conforme agli standard internazionali il trattamento e le condizioni nelle carceri e nei CPR italiani: “ulteriori motivi per i detenuti di contestare le loro condizioni attraverso mezzi pacifici”.

Il Commissario, Michael O’Flaherty ha, infine, sottolineato come le disposizioni del DDL n.1236, “definite in termini vaghi e con restrizioni severe, creino spazio per un’applicazione arbitraria e sproporzionata, colpendo attività che rappresentano un legittimo esercizio della libertà di riunione pacifica e di espressione ”.

“La democrazia italiana è, dunque, a rischio” commenta nel proprio comunicato la rete NODDL Sicurezza. “Rischio messo, nero su bianco, dallo stesso Consiglio d’Europa in un monito che non può essere ignorato né dai Senatori chiamati a discutere il provvedimento né dal Presidente della Repubblica chiamato, se approvato, a (non) promulgarlo.”

I promotori della manifestazione dello scorso 14 dicembre ricordano che “100.000 persone hanno inondato le strade di Roma per pretendere il ritiro di questo DDL autoritario. Oggi arriva anche il Consiglio d’Europa a dirci che abbiamo ragione. Continueremo a mobilitarci in ogni città; in ogni luogo di lavoro; in ogni scuola e università fino a quando questo provvedimento non diventerà carta straccia.” “Assediamo i nemici della democrazia” conclude la rete nazionale, che ha già programmato iniziative per la ripresa dei lavori parlamentari a Gennaio.

Foto: https://www.coe.int/en/web/commissioner

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