Algeria e paesi arabi del Golfo minacciano di tagliare le forniture di gas all’Europa (l’Italia a rischio)

Iniziano a palesarsi le conseguenze del conflitto fra Israele e Palestina con il mondo arabo che, su sollecitazione di alcuni paesi, prende in considerazione la possibilità di un embargo delle forniture di petrolio e di gas ai paesi che sostengono Israele nella sua offensiva mortifera contro la popolazione di Gaza.
Tra i paesi che sono sotto minaccia, l’Italia è in primo piano, avendo sostituito le importazioni di gas dalla Russia in buona parte con l’Algeria che è oggi il principale fornitore per l’Italia.
Sebbene ufficialmente non ci sono ancora decisioni in merito, voci insistenti danno per imminente questa decisione che è stata ventilata durante il recente summit di Riad, come ritorsione per l’appoggio dato dai paesi della NATO che sostengono la carneficina in Gaza ad opera delle forze israeliane.

Molto vulnerabile la posizione italiana che dipende per la maggior quota di fornitura del gas da parte dell’Algeria e da altri paesi del golfo.
Di recente la premier Meloni si era vantata di aver risolto il problema energetico italiano tramite i buoni rapporti e gli accordi commerciali stabiliti con l’Algeria. Peccato che l’ostinazione del governo Meloni nel seguire tutte le decisioni prese a Washington ed a compiacere Israele, considerato un partner dell’Unione Europea, si riflettono negativamente sui rapporti dell’Italia con i paesi arabi. Non era difficile prevedere che prima o poi la questione sarebbe esplosa e la posizione italiana viene vista dai paesi arabi come di aperta complicità delle autorità italiane con l’azione genocida di Israele.
In sede ONU l’Italia si è astenuta  e non  ha votato la risoluzione presentata dal Brasile per una tregua umanitaria a Gaza, votata da 120 paesi con l’opposizione di alcuni paesi della Nato. Questo viene visto  come un incitamento a continuare il massacro che le forze israeliane stanno attuando a Gaza.

Manifestazioni ad Algeri contro Israele

Alcuni funzionari del governo algerino parlano apertamente di questa prossima decisione per “punire” il governo italiano e l’Italia rimane sospesa in attesa di vedere se, proprio per i mesi invernali, ci sarà un forte aumento dei prezzo del gas che sarà una iattura per tutti i cittadini italiani. D’altra parte l’osservanza delle direttive americane per l’attuale governo (come per i precedenti) viene prima di qualsiasi interesse nazionale. In primis il governo sa bene che, per la propria sopravvivenza politca, bisogna “obbedire e combattere” per le guerre americane, anche se sono totalmente contrarie agli interessi nazionali (il caso Libia docet).

Di fatto tutta l’Europa si prepara ad un inverno tra due guerre
Con la guerra che infuria in Medio Oriente, l’UE sperava di poter evitare il ripetersi della crisi energetica dello scorso anno.
Lo scorso anno c’era il problema delle forniture dalla Russia, interrotte per causa della guerra in Ucraina e per le sanzioni imposte dagli USA e dalla UE.

Il conflitto tra Israele e Hamas minaccia di interrompere le relazioni dell’Europa con il Medio Oriente, o addirittura di trascinare l’Iran in uno scontro diretto con Israele e i suoi partner occidentali. Anche se per ora i mercati sono relativamente calmi, entrambi questi scenari potrebbero causare il caos.
Il disastro avverrebbe con un coinvolgimento dell’Iran nel conflitto, visto che questo paese potrebbe immediatamente chiudere il transito attraverso lo stretto di Hormuz, dove transita un 40% circa del petrolio mondiale, con conseguenze fatali sui prezzi di petrolio e gas.
Questo sarebbe lo scenario peggiore da evitare a tutti i costi, tuttavia c’è qualcuno che punta a seminare il caos e non è difficile capire chi sia. Basta guardare l’esperienza degli ultimi 30 anni e individuare chi ha istigato le varie guerre in Medio Oriente (e in Asia occidentale) e ne ha tratto profitto.

Fonti varie

Traduzione e sintesi: Luciano Lago

veronulla

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