A Verona l’ennesima manifestazione contro la NATO e contro la Pax americana

di Eliseo Bertolasi

Le associazioni “Verona per la Libertà”, “Sindacato Libero” e “Veneto Russia”  nella serata di sabato 7 gennaio, in piazza Bra, a Verona hanno manifestato il loro dissenso nei confronti della conferenza tenutasi nell’antistante Palazzo della Gran Guardia che ha raccolto sotto lo stesso slogan “La pace può vincere la guerra” il sindaco di Verona Damiano Tommasi, il vescovo di Verona Mons. Domenico Pompili, il segretario generale della CGIL Maurizio Landini oltre ad altri illustri oratori.

I promotori dell’iniziativa di protesta Palmarino Zoccatelli e Francesca Menin hanno rilevato la natura unidirezionale della pace proposta dalla conferenza veronese, secondo la quale, la pace verrebbe realizzata mediante il continuo invio di armi a Kiev, con un appiattimento totale sulle posizioni degli USA della UE e della NATO.

Ecco le parole di Palmarino Zoccatelli presidente del “Sindacato Libero” e dell’Associazione “Veneto Russia”:
“Siamo contro l’inscenata fake pacifista pro Pax americana svoltasi in Gran Guardia col patrocinio dell’allineatissima amministrazione comunale, a traino PD, sindaco Tommasi in testa, a braccetto, tra gli altri, con Landini, capo di un sindacato, la CGIL, che col greenpass e l’obbligo vaccinale ha tradito migliaia di lavoratori, che hanno perso lavoro e libertà. Ora la propaganda russofoba sta ricalcando la stessa matrice della dittatura sanitaria: prima l’odio verso chi si rifiutava di farsi iniettare lo pseudo vaccino anti-Covid, ora l’odio verso i russi e verso chi difende le ragioni della Russia.
La vera pace passa anche dal riconoscimento delle giuste ragioni della Russia sia a livello geopolitico, sia nel loro impegno doveroso ad assicurare la difesa e la sopravvivenza delle popolazioni russe e russofone del Donbass e non solo. Chi parla di pace non parla mai dell’aggressione subita dalle popolazioni del Donbass dopo il colpo di stato di Maidan che ha portato la guerra in queste terre da oltre otto anni. Aggressione che continua anche oggi, ogni giorno, con il bombardamento indiscriminato da parte dell’esercito ucraino sulla popolazione civile del Donbass mediante l’uso di quelle armi che i pacifisti nostrani, propaggine del PD, seguiti purtroppo in questa linea anche dall’attuale governo di Giorgia Meloni, vogliono continuare ad inviare a Kiev”.

E la presenza delle autorità religiose?
“Non mi stupisce! La linea dal vescovo di Verona è la stessa di Bergoglio e ricalca, purtroppo, le stesse posizioni politiche dei poteri forti atlantisti e mondialisti. Mi stupisce come il vescovo non si senta a disagio ad accompagnarsi a rappresentanti politici favorevoli, invece, all’agenda gender-omosessualista. Nemmeno si sta levando una parola di denuncia, da parte della Chiesa italiana, all’ondata di persecuzione religiosa che sta investendo tutta l’Ucraina in queste settimane, attuata dal regime di Kiev, contro la Chiesa ortodossa canonica che rappresenta la stragrande maggioranza della popolazione ucraina”.

“Fuori l’Italia dalla Nato”, “Noi non paghiamo la vostra pax americana”, “Stop sanzioni alla Russia”, “Fuori l’Italia dall’Unione Europea”, gli slogan scanditi dal presidio di protesta.

Di Eliseo Bertolasi

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