New York corre verso la legalizzazione della cannabis

New York corre verso la legalizzazione della cannabis
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Si rincorrono sui media americani le notizie sull’accordo di massima intercorso fra la maggioranza del parlamento ed il Governatore dello stato di New York, Cuomo. Oggetto dell’accordo il progetto di legge per legalizzare la cannabis, come riporta Marijuana Moment. La legge dovrebbe essere  approvata entro il termine dell’approvazione del budget statale. E così, forse prima di pasqua, la cannabis legale conquisterà anche la città della grande mela.

La legalizzazione è stata posta come prima priorità per l’anno da Cuomo, e come detto dovrebbe essere approvata entro il 1 aprile, percorrendo una strada parallela a quella del budget. Anche se il testo finale del disegno di legge non è ancora disponibile, e alcune disposizioni potrebbero ancora essere modificate, ecco le principali caratteristiche:

  • Da dicembre 2022 dovrebbe essere possibile per i maggiori di 21 anni possedere e acquistare prodotti a base di marijuana da rivenditori autorizzati.
  • I maggiorenni potrebbero anche coltivare fino a sei piante per uso personale, di cui solo tre mature. In caso di famiglie con più di un adulto il limite massimo sarebbe 12 piante. Le amministrazioni comunali non potrebbero la coltivazione casalinga, ma potrebbero imporre regolamenti. I pazienti registrati per la cannabis terapeutica potranno iniziare a coltivare piante sei mesi dopo l’entrata in vigore della legge, mentre gli altri dovrebbero aspettare 18 mesi dopo il lancio del primo rivenditore di marijuana (previsto a dicembre 2022).
  • La regolazione del mercato sarebbe demandata ad un comitato di controllo della cannabis, composto da cinque membri, tre nominati dal governatore e uno a testa dai due rami del Parlamento.
  • Sarebbero consentiti luoghi per il consumo sociale.
  • A Contee e Comuni sarebbe data la possibilità, entro la fine di quest’anno, di vietare la nascita di rivenditori o i luoghi di consumo sociale, ma gli elettori potrebbero revocare i divieti tramite referendum locali.
  • Ci sarebbe una struttura di licenze a tre livelli, separando coltivatori, grossisti e dettaglianti, con alcune eccezioni che consentirebbero l’integrazione verticale di microimprese.
  • La normativa pone l’obiettivo di avere il 50% delle licenze commerciali per la distribuzione e la vendita al dettaglio rilasciate a richiedenti in regime di “equità sociale”, ovvero soggetti ai quali viene riconosciuto di essere stati particolarmente oggetto della repressione, come le persone con precedenti condanne per marijuana o i loro parenti, nonché coloro che vivono in aree economicamente in difficoltà o luoghi in cui la criminalizzazione è stata applicata in modo discriminatorio. Il novero dei candidati ad entrare nel regime priviligiato includerebbero anche imprese di proprietà di soggetti appartenenti alle minoranze e/o donne, veterani disabili e agricoltori in difficoltà finanziarie.
  • I prodotti a base di cannabis sarebbero soggetti a una tassa statale del 9%, più un’ulteriore tassa locale del 4%.
  • Ci sarebbe anche una tassazione della distribuzione sulla base della quantità di THC in fiori, concentrati e commestibili, applicata su una scala differenziata in base al tipo di prodotto, fino a 3 centesimi per milligrammo.
  • Le entrate fiscali dalle vendite di marijuana coprirebbero i costi di amministrazione del programma. Dopodiché, il 40% dei dollari rimanenti andrebbe a un fondo di reinvestimento nelle comunità, il 40% sosterrebbe le scuole pubbliche statali e il 20% finanzierebbe strutture per il trattamento dell’uso problematico di droghe e programmi di educazione pubblica.
  • Il Dipartimento della Salute dello Stato sarebbe tenuto a studiare dispositivi per testare tramite la saliva per determinare se una persona è sotto l’effetto della cannabis.
  • La polizia sarebbe autorizzata a usare l’odore della cannabis per identificare l’eventuale alterazione, ma non potrà usarlo per giustificare una perquisizione di un veicolo.
  • Al momento guidare mentre si è sotto effetto da cannabis comporterebbe solo una violazione amministrativa, e non un reato.
  • L’attuale programma statale sulla cannabis medica verrebbe modificato per espandere l’elenco delle condizioni qualificanti e consentire ai pazienti anche di fumare. I pazienti potrebbero anche ottenere una fornitura di 60 giorni, anziché di 30 giorni come oggi.
  • I dispensari di cannabis medica oggi esistenti sarebbero autorizzati ad aprire altri quattro negozi, a condizione che almeno due si trovino all’interno di comunità svantaggiate. Potrebbero anche aggiungere due punti vendita di cannabis per uso non terapeutico.

Non saremo i primi, ma il nostro programma sarà il migliore“. ha dichiarato ieri Cuomo in un briefing con i giornalisti:

Dopo mesi e voci continue di progressi nei negoziati, sembra quindi arrivato il momento in cui legislatori dello Stato potranno votare sulla regolamentazione legale della marijuana. New York conta quasi 20 milioni di abitanti, e al di là del simbolismo legato allo sbarco della cannabis legale nella grande mela, potrebbe diventare uno dei mercati più importanti negli USA.

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