La corsa al riarmo e le bombe inesplose che fanno ancora male
Il mondo è in guerra
La spesa militare continua ad aumentare e le fabbriche si attrezzano per costruire armi. Qual è la situazione?
Nel 2024, a livello globale, per gli armamenti sono stati spesi 2.718 miliardi di dollari e i numeri sono ancora in crescita. Per comprendere quanto sia enorme questa cifra, basti pensare che nel mondo gli Stati spendono poco più di 200 miliardi di dollari per tutto quello che concerne la cooperazione internazionale. Soltanto in Europa, dal 2021 al 2027, sono stati stanziati poco più di 11 miliardi di euro, quando per il riarmo si parla di 800 miliardi di euro. Stiamo andando verso un mondo dove l’industria bellica predomina e non sorprende che fabbriche e catene di montaggio si stiano riconvertendo. Non fanno che adattarsi a questa nuova economia.
Mine antiuomo, le ombre sul piano di riarmo Ue
Si parla molto di deterrenza armata, della necessità armarci per stare al sicuro.
È l’idea distorta secondo cui più siamo armati e più possiamo difenderci. Come se le armi ci assicurassero protezione.
Non è così?
Oggi nel mondo si combattono 31 guerre, il numero più alto dalla fine del secondo conflitto mondiale, e ci sono 23 aree di crisi. I rapporti tra Stati sono sempre più tesi, quindi direi di no, le armi in più non ci stanno affatto proteggendo.
Oggi nel mondo si combattono 31 guerre, il numero più alto dalla fine della seconda guerra mondiale, a cui si aggiungono 23 aree di crisi
Se la produzione di armi dovesse aumentare a dismisura, non c’è il rischio che l’offerta superi la domanda?
Le lobby dei fabbricanti fanno soldi producendo oggetti che in fin dei conti sono beni di consumo. Chi fabbrica ha necessità di vendere, i magazzini non possono riempirsi e quindi vi è tutto l’interesse di utilizzare queste armi. Cechov, il drammaturgo russo, diceva: “Se dici nel primo atto che c’è un fucile appeso al muro, nel secondo o terzo atto deve assolutamente sparare. Se non spara, allora non dev’essere appeso al muro”. Se ci circonderemo di armi, finiremo per utilizzarle.
Che idea ti sei fatto del conflitto a Gaza?
È un genocidio e un dato lo dimostra: nella Striscia, il 98 per cento delle vittime sono civili. Dico sempre: “Volete fare le guerre, sparatevi tra eserciti”, e invece a pagare sono sempre le persone. A Gaza i numeri sono impietosi, ma anche negli altri conflitti in media ogni dieci morti nove sono civili. L’eccezione è l’Ucraina, dove si sta combattendo una guerra più “tradizionale”.
Chi fornisce armi a Israele?
L’Italia ha davvero venduto armi all’esercito israeliano?
Se n’è discusso molto, tra accuse e smentite. Di sicuro, siamo tra i maggiori fornitori a Israele del nitrato d’ammonio, che può essere utilizzato in agricoltura come fertilizzante, ma anche per fabbricare il tritolo e altri tipi di esplosivi. Non penso che Netanyahu ci abbia concimato i campi.
A Gaza il 98 per cento delle vittime sono state civili. Dico sempre: “Volete fare le guerre, sparatevi tra eserciti”, e invece a pagare sono sempre le persone
Ci sono dati aggiornati sui civili morti nelle guerre attualmente in corso?
Nel 2024 più di 61mila civili hanno perso la vita, ma sono numeri al ribasso. In guerra per ogni vittima sin contano 3-4 feriti, alcuni dei quali riportano gravi mutilazioni. Dietro a queste persone ci sono famiglie distrutte, una casa che manca, uno Stato sociale che non esiste più, un inquinamento enorme dei territori. Senza dimenticare gli ordigni inesplosi, che faranno altre vittime negli anni a venire. Il mio bisnonno ha pianto per la guerra e per la stessa guerra, settant’anni dopo, ha pianto mio padre per me.
Non servirebbe bonificare i territori a conflitto terminato?
Impossibile, ci vorrebbe molto tempo e i costi sarebbero altissimi. Servono 7 dollari per costruire una mina antiuomo e per posizionarla, ma ben 1.200 dollari per rimuoverla. Dopo il mio incidente ricordo che il prefetto disse: “Adesso bisogna bonificare la Val di Susa”. I militari presenti si misero e ridere.
Eppure con le tecnologie a disposizione dovrebbe essere possibile scovare e disinnescare le vecchie bombe.
Ci sarebbero le possibilità, ma gli investimenti vanno in un’altra direzione e quindi bisogna sopravvivere schivando le bombe inesplose.
Il riarmo è in corso da anni. La guerra in Ucraina è solo una scusa
In Italia i vecchi ordigni sono ancora una minaccia?
Si, in particolare nel 2023 ci sono stati cinque vittime e otto feriti. Un ragazzo è morto per l’esplosione di una bomba risalente addirittura alla prima guerra mondiale. Nel quadriennio 2020-2023 nel nostro Paese sono stati bonificati 132 mila ordigni sulla terra ferma e 170 mila in mare, laghi e fiumi. Le più pericolose sono le bombe a mano, i piccoli oggetti inesplosi. Serve mantenere alta l’attenzione, soprattutto tra i più giovani.
Nel quadriennio 2020-2023 nel nostro Paese sono stati bonificati 132 mila ordigni sulla terra ferma e 170 mila in mare, laghi e fiumi. Le più pericolose sono le bombe a mano, i piccoli oggetti inesplosi
Si parla molto di un’imminente terza guerra mondiale. Pensi davvero che possa accadere?
La tensione è alta e questo non è un buon segno. L’essere umano ha perso molti valori: la compassione, la fraternità e il rispetto. Viviamo in una società egoistica ed egocentrica che pensa ad accumulare potere e denaro e che rende l’uomo spietato. Il conflitto è l’espressione di odio e violenza che molti di noi hanno dentro. Una guerra mondiale, seppure a pezzi, è già in corso, ma invece che puntare sulla diplomazia chi detiene il potere intende militarizzare la società. Se continua così, presto ci ritroveremo a vivere in un’enorme caserma.
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