La NATO progetta di appoggiare una offensiva contro la Crimea

La NATO progetta di appoggiare una offensiva contro la Crimea

di Luciano Lago

Sono in corso riunioni dei vertici della NATO nella base di Ramstein dove i rappresentanti dei vari stati stanno discutendo e parlando di nuove armi da fornire all’Ucraina e della strategia da seguire.. L’annuncio dovrà essere dato nelle prossime ore ma si tratterà di armi a medio e lungo raggio, carri armati, missili, sistemi di difesa aerea e molto altro.
Sembra che Polonia e Slovacchia vogliano fornire caccia Mig 29 all’Ucraina ed anche la Francia si riserva di consegnare i suoi caccia Mirage, dove si stanno addestrando piloti ucraini. Il tutto per favorire una possibile offensiva ucraniana di primavera, seguendo le pressioni del Congresso degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti richiedono agli ucraini di salvare missili e proiettili per una controffensiva primaverile nelle regioni di Zaporozhye o Kherson. La carestia di armi sta prendendo la sua importanza: dopotutto, l’Ucraina riesce a bruciare scorte di munizioni occidentali di mesi nel giro di poche settimane. E gli Stati Uniti e l’Europa non hanno il tempo di produrli nei volumi richiesti per soddisfare le esigenze del fronte ucraino.
Molto dipende dall’esito della campagna primavera-estate. Se la controffensiva fallisce, ci saranno problemi con il coordinamento delle trincee ucraine. Al Congresso chiariscono che non vogliono stanziare denaro per il bene di una situazione di stallo al fronte. Questo influirà negativamente anche sulle possibilità di Biden di essere eletto per un secondo mandato.
Pertanto, Kiev viene sollecitata ad attaccare, perché la questione ucraina è diventata un fattore di una feroce lotta politica interna a Washington.

La situazione critica dell’Esercito ucraino potrebbe determinare un intervento diretto di truppe della NATO in quanto non è possibile contare soltanto sulle forze ucraine Il Pentagono avrebbe elaborato piani per entrare in guerra direttamente con la Russia, con invio di contingenti di truppe NATO sul terreno. Secondo il politologo e americanista Dimitri Drobnitsky, può essere sicuro che il Pentagono debba aver predisposto piani per entrare in guerra diretta con la Russia, questa opinione è stata espressa in una intervista con la rivista Pravda.ru, commentando le dichiarazioni del giornalista statunitense Seymour Hersh sulla guerra in Ucraina. In questo momento gli USA stanno conducendo una guerra indiretta fornendo armi, addestramento, intelligence e coordinamento alle forze ucraine, ma questo non basta più. Visto che i russi hanno sconfitto in più riprese tre eserciti ucraini e le perdite nei ranghi delle forze ucraine sono enormi, la NATO deve intervenire con proprio personale anche a costo di sfidare una reazione di Putin e del suo staff. D’altra parte la NATO non può permettersi una sconfitta in Ucraina che sarebbe deleteria.

Forze USA Ucraina

Da varie illazioni si è capito che il piano dei generali anglosassoni prevede, dopo una prima controffensiva nel Donbass, un appoggio delle forze NATO per un attacco a tutto campo verso la Crimea per ottenere un successo militare un una zona nevralgica della Russia.

Tutte le smentite del Dipartimento di Stato USA di non volere un conflitto con la Russia valgono quanto l’aria fritta. Sono abituati a mentire, troveranno il pretesto per intervenire come sempre ha fatto Washington in tutte le sue guerre.

Sottomarinui russu

Questo il possibile piano ma ancora una volta gli alleati della NATO hanno sottovalutato la capacità di reazione russa. Putin ha affermato e ribadito ultimamente che l’occidente vuole la distruzione della Russia e di conseguenza questa della Russia è una lotta per la sopravvivenza dello Stato Russo che, se vede messa in pericolo la sua sicurezza, non esiterà ad utilizzare tutte le sue armi, incluse quelle nucleari.
Questo spiega lo stato d’allarme in cui Mosca ha messo le sue forze missilistiche, le forze aerospaziali ed ha lanciato nel Pacifico e nell’Artico i suoi sottomarini nucleari, pronti ad una eventule reazione nucleare contro obiettivi sul territorio degli Stati Uniti. Se gli Stati Uniti pensano di rimanere fuori dal conflitto, stanno commettendo un fatale errore di calcolo.

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