La nuova serie Marvel “What If…?” è il sogno proibito di ogni sinistroide woke dove i supereroi maschi bianchi vengono sostituiti da donne e minoranze

La nuova serie Marvel “What If…?” è il sogno proibito di ogni sinistroide woke dove i supereroi maschi bianchi vengono sostituiti da donne e minoranze

Lo show di Disney+ si presenta come semplice intrattenimento. Ma la sua agenda woke non e’ passata inosservata tra i folli razzisti sinistroidi che cercano di far sparire il flagello degli uomini bianchi dalla cultura popolare.
‘What If…?’, la nuova serie animata Marvel, segue le orme della recente serie Marvel live-action ‘WandaVision’, ‘The Falcon and the Winter Soldier’ e ‘Loki’ nell’espansione della trama del Marvel Cinematic Universe.

La serie è composta da nove episodi, il primo dei quali ha debuttato l’11 agosto seguito dal secondo il 18 agosto, con nuovi episodi disponibili ogni mercoledì.

Se i primi due episodi sono indicativi, “What if…?” asseconderà devotamente la ritrovata fede religiosa politicamente corretta della Disney (la società madre della Marvel), poiché la premessa dello spettacolo può essere sostanzialmente riassunta come “Cosa succederebbe se i woke avessero un macchina del tempo e la usassero per distruggere l’universo Marvel?”

Il primo episodio esamina una linea temporale alternativa in cui, durante la seconda guerra mondiale, il ragazzo bianco Steve Rogers non si trasforma nel super soldato Capitan America. Invece, all’agente Carter, una donna britannica, viene iniettato il siero del super-soldato e diventa il supereroe Captain Carter.

Captain Carter non solo combatte contro l’Hydra, il Teschio Rosso e i nazisti, ma affronta anche il più grande cattivo di tutti… il patriarcato. Mostra il suo vero potere femminile superando il sessismo e la misoginia dei maschi bianchi condiscendenti nella struttura del potere militare.

Nel secondo episodio, basato sulla trama dei “Guardiani della Galassia”, i Ravagers vengono inviati sulla Terra nel 1988 dal Celestiale Ego per catturare suo figlio, Peter Quill, ma prendono invece per errore il principe di Wakanda, T’Challa.

A differenza dell’egoista, stupido e bianco Peter Quill/Star-Lord (Chris Pratt) dei film, il nero T’Challa/Star-Lord (doppiato da Chadwick Boseman, nella sua interpretazione finale) è così buono, altruista e meraviglioso che in realtà convince Thanos ad abbandonare i suoi piani di genocidio e ad unirsi a lui nelle sue nobili avventure alla Robin Hood.

Il messaggio è chiaro in “E se…?”: se il piano genocida di Thanos uccidesse solo uomini bianchi, che sono tutti orribili, allora il risveglio lo accompagnerebbe felicemente nell’universo Marvel, e anche nel nostro.

Il secondo episodio di “What If…?” ha ispirato cosi’ tanto il dottor Jason Johnson, un giornalista di colore della MSNBC, che ha scritto un articolo intitolato “Disney +’s ‘What if T’Challa became a star-lord?’ is a repudiation of mediocre white men».

Johnson dichiara che l’episodio è “un totale ripudio dei mediocri uomini bianchi che sono stati protagonisti nella maggior parte dei film di successo del film Marvel”. Questa è una curiosa interpretazione, dato che Tony Stark era un genio scientifico bambino prodigio prima di diventare Iron Man, Bruce Banner era un fisico rinomato prima di diventare Hulk, Stephen Strange era un brillante chirurgo prima di diventare Dr. Strange e Thor è un Dio nordico. Non c’è molta mediocrità in quella lista di uomini bianchi al centro dell’universo Marvel.

Johnson poi si lamenta che non gli piacciono i film o i programmi TV “su uomini bianchi mediocri egoisti e privilegiati che commettono errori e che invariabilmente feriscono gli altri lungo la strada, ma in qualche modo alla fine diventano l’eroe…” Eppure era un grande fan del presidente Obama, un nero egoista e privilegiato che ha commesso errori costosi – come schierarsi con Wall Street invece che con Main Street – che invariabilmente ha ferito gli altri, come la classe operaia, ma in qualche modo ha finito per essere un eroe nella cultura tradizionale.

Johnson adora ‘What if…?’ perché mostra “a cosa il vero eroismo, attraverso la magia del ragazzo nero, può effettivamente assomigliare”, il che solleva la domanda: che diavolo è la “magia del ragazzo nero?”

L’idiozia di Johnson continua con: “Gli uomini bianchi sono bombardati ogni giorno da messaggi che dicono loro che sono speciali, non importa quello che hanno o non hanno fatto o guadagnato”.

Si tratta di messaggi subliminali? Di certo non li ho visti negli spot pubblicitari e programmi TV, perché sono l’unico gruppo che può essere ridicolizzato senza timore di essere cancellati.

Come maschio bianco che aspira al sogno impossibile della mediocrità, non ho mai sperimentato questo presunto messaggio implacabile sull’essere “speciale” indipendentemente da ciò che “ho o non ho fatto o guadagnato”.

L’ironia di tutto questo odio per l’uomo bianco mediocre è che Johnson stesso e’ il simbolo della mediocrità. È uno scemo poco originale che si è ritagliato una carriera in TV e nel mondo accademico leccando il culo.

Esalta spudoratamente argomenti di discussione mendaci e insensati volti a proteggere i potenti e mantenere lo status quo, in modo che possa continuare a succhiare il capezzolo dei media aziendali. Ad esempio, una volta ha sostenuto con una faccia seria che il candidato presidenziale miliardario Michael Bloomberg, l’oligarca degli oligarchi, “non era un oligarca”.

È stato anche sospeso da MSNBC e licenziato da The Root per aver definito in malomodo le donne nere che lavoravano nella campagna presidenziale di Bernie Sanders.

Fonte

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